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Perché i ciliegi in Giappone fioriscono ma non danno frutto?

Aggiornamento: 2 mag

I ciliegi in fiore, o sakura, rappresentano uno dei simboli più affascinanti e profondamente radicati nella cultura giapponese.


Questi alberi, che sbocciano in una spettacolare varietà di colori che vanno dal bianco al rosa intenso, segnano l'arrivo della primavera e sono al centro di una tradizione secolare nota come "HANAMI", ovvero la pratica di ammirare la bellezza fugace dei fiori di ciliegio.



Il Significato dei Sakura


La fioritura dei ciliegi in Giappone incarna una delle espressioni più poetiche e profonde della cultura del paese, tessendo insieme natura e filosofia di vita in un unico, magico evento.


La brevità di questa stagione, che spesso non supera una settimana, serve come potente simbolo della transitorietà dell'esistenza umana, un concetto noto in giapponese come "mono no aware", che si riferisce alla sensibilità per l'effimero. Questo sentimento, che mescola gioia e malinconia, invita a contemplare la fugacità della vita e la bellezza del momento che passa, sottolineando l'importanza di apprezzare ogni attimo della propria vita.


L'hanami, l'usanza di ammirare la fioritura dei ciliegi, si trasforma così in un momento di riflessione collettiva e di condivisione sociale, in cui amici, famiglie e colleghi di lavoro si riuniscono sotto i ciliegi in fiore per celebrare insieme la bellezza della natura e la caducità della vita. Questi raduni, seppur festosi, sono permeati di una profonda consapevolezza dell'impalpabile velo tra la gioia dell'attimo e l'ineluttabilità del cambiamento, riflettendo la capacità giapponese di trovare significato e bellezza nelle realtà transitorie.


Oltre a simboleggiare la transitorietà, i sakura sono intrisi di significati culturali che risalgono a secoli fa. In passato, la loro fioritura era legata al ciclo agricolo, segnalando il tempo della semina e invocando una stagione di raccolti prosperosi. Nel contesto dei samurai, la fragilità dei fiori di ciliegio era vista come metafora della vita del guerriero, pronta a cadere all'apice della bellezza in un atto di sacrificio e onore. Oggi, pur mantenendo le sue radici storiche e spirituali, l'hanami è diventato un'occasione per staccarsi dalle frenesie quotidiane e immergersi nella contemplazione della natura, ricordando a tutti l'importanza di vivere pienamente il presente.


In questo modo, la fioritura dei ciliegi e la tradizione dell'hanami incarnano la capacità giapponese di armonizzare le contemplazioni sulla vita e la morte con la celebrazione della bellezza della natura, offrendo un momento di pausa riflessiva nella rapida corrente della vita moderna.


La pratica dell'hanami, quindi, va ben oltre il semplice atto di osservare i fiori di ciliegio: è un invito a meditare sulla nostra esistenza, incentivando a lasciare un'impressio significativa nel breve tempo che ci è dato, proprio come la breve ma indimenticabile fioritura dei ciliegi.



L'origine dell'Hanami e dei Sakura


La pratica dell'hanami come la conosciamo al giorno d'oggi è iniziata secoli fa come rituale religioso legato al ciclo agricolo. I giapponesi vedevano nei delicati fiori di ciliegio un segno favorevole dell'arrivo delle divinità nei villaggi, portatrici di benedizioni per un raccolto abbondante.


Contrariamente a ciò che si pensa, però, questa celebrazione era originariamente legata ai fiori di prugno importati dalla Cina, e non a quelli di ciliegio come succede oggi. L'hanami col tempo si è poi evoluto, e nel corso dei secoli si è concentrato quasi esclusivamente sui ciliegi (o sakura) a partire dal periodo Heian (794–1185).


Questa transizione dall'ammirazione dei fiori di prugno a quella dei ciliegi rifletté un cambiamento culturale significativo, dove il Giappone cessò di inviare ambasciatori in Cina ed iniziò a valorizzare la propria identità nazionale attraverso la glorificazione del sakura.


Emblematico di questo cambiamento fu l'Imperatore Saga, che nell'812 tenne il primo hanami specificamente dedicato ai fiori di ciliegio, segnando l'inizio di una tradizione che sarebbe diventata popolare tra le classi aristocratiche prima e, successivamente, tra le classi guerriere durante il periodo Kamakura (1185–1333).


Con l'ascesa dello shogunato Tokugawa nel XVII secolo, l'hanami si espanse ulteriormente, estendendosi dalle élite aristocratiche e samurai alle classi comuni. Shogun e governanti della famiglia Tokugawa promossero attivamente la piantumazione di sakura in luoghi pubblici e nei villaggi agricoli, rendendo l'hanami una festa popolare accessibile a tutti. Da quel momento, queste celebrazioni, originariamente intime e focalizzate sulla lettura di poesie, si trasformarono in eventi sociali dove il godimento dei fiori veniva spesso accompagnato da cibo, sake e festeggiamenti.


Oggi, l'hanami rimane un elemento fondamentale della cultura giapponese moderna, un momento di connessione sociale e apprezzamento della bellezza della natura che trascende lo status socio-economico, unendo le persone nell'ammirazione della fugace bellezza dei fiori di ciliegio.



Perché i Sakura non danno frutto


Nonostante la loro fama e il profondo significato culturale, molti dei ciliegi in Giappone non producono frutti commestibili.

Il motivo principale della loro incapacità di dare frutto risiede nella loro selezione e coltivazione principalmente per la bellezza dei fiori piuttosto che per il frutto stesso.


Le varietà ornamentali di ciliegio, come il popolare Yoshino, sono state sviluppate per massimizzare lo splendore e la densità della fioritura. Questi alberi solitamente producono frutti piccoli, amari e con un grande nocciolo, rendendoli inadatti al consumo. Inoltre, diversamente dalle prugne "ume", i cui frutti possono essere trasformati in delizie come l'umeboshi, i frutti dei ciliegi sakura non trovano impiego simile nella cucina giapponese. È interessante notare però, che mentre i frutti restano in gran parte non sfruttati, i petali e le foglie del ciliegio sono utilizzati in vari altri modi. Dopo essere stati sottoposti a un processo di salatura ed essiccazione, diventano ingredienti essenziali per tè aromatizzati, dolci e altri piatti tradizionali, svelando un aspetto culinario unico di questi alberi tanto amati.


Un altro fatto sorprendente sui ciliegi sakura è che la maggior parte degli esemplari che ammiriamo oggi sono cloni. Questo significa che sono stati propagati non per semina, ma attraverso tecniche come l'innesto, a partire da un esemplare selezionato per la sua bellezza. Il famoso ciliegio Yoshino, ad esempio, è frutto di questa pratica, risultando in una diffusione uniforme dell'estetica desiderata. Circa il 75% di tutti i ciliegi in Giappone condivide lo stesso DNA, un fatto che sottolinea l'intenso lavoro e la dedizione nel preservare e propagare la bellezza di queste fioriture attraverso generazioni.



In conclusione


Pur non regalando il frutto dolce e succoso che molti potrebbero aspettarsi, i ciliegi giapponesi offrono un'esperienza sensoriale e culturale unica nel loro genere. La loro fioritura annuncia non solo il cambio delle stagioni ma evoca anche profonde riflessioni sulla natura transitoria della vita, celebrando allo stesso tempo la bellezza e la resilienza.


Se state programmando un viaggio nel Paese del Sol Levante, la stagione dell'hanami è sicuramente una delle più belle per godersi questo meraviglioso paese ricco di storia e affascinanti tradizioni. Non lasciatevi scappare questa occasione e venite a celebrare i fiori di ciliegio con il resto del Giappone!



Link utili:


Dove ammirare i ciliegi in fiore a Tokyo:


App per tracciare la fioritura dei ciliegi:



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